La Svizzera e la Germania intervengono congiuntamente contro la migrazione irregolare

Berna, 13.12.2022 - Dopo il piano d’azione bilaterale con l’Austria, la Svizzera intensifica anche con la Germania la cooperazione per lottare contro la migrazione irregolare. Il 13 dicembre 2022 la consigliera federale Karin Keller Sutter e la ministra dell’interno tedesca Nancy Faeser hanno concordato a Berlino un corrispondente piano d’azione. Entrambi i Paesi intendono combattere a livello transfrontaliero l’attività criminale dei passatori ed eseguire efficacemente i rinvii.

Negli ultimi mesi è cresciuto il numero di migranti arrivati in Svizzera e in Germania attraverso i Balcani occidentali e il Mediterraneo centrale. Molti di loro attraversano anche altri Stati Schengen o hanno già presentato una domanda d'asilo in un altro Paese. Tale situazione concerne anche la regione frontaliera tra Germania e Svizzera.

Poiché la migrazione irregolare può essere combattuta in modo efficace soltanto mediante la cooperazione tra gli Stati, con il piano d'azione la Svizzera e la Germania intendono collaborare a diversi livelli: bilateralmente, su scala europea e con Stati terzi.

Accordi tra vicini e frontiere aperte per i cittadini

Dopo aver concordato il piano d'azione, la consigliera federale Keller-Sutter ha affermato che, pur essendo importante che ciascun Paese svolga i propri compiti, la migrazione irregolare non può essere combattuta individualmente: è necessario il coordinamento internazionale e l'accordo tra gli Stati limitrofi.

La ministra dell'interno tedesca ha osservato che la Germania punta su una stretta cooperazione con gli Stati confinanti come la Svizzera e vuole frontiere aperte per i cittadini e per il traffico economico. La regione frontaliera tra la Germania e la Svizzera ha da sempre forti legami economici e culturali. Ha aggiunto che nel contempo i due Paesi controllano i flussi migratori puntando a evitare misure severe come il rispristino temporaneo dei controlli alle frontiere. Grazie al piano di azione congiunto, i due Paesi adottano pertanto misure che migliorano soprattutto la registrazione e i rinvii.

Misure bilaterali

La Svizzera e la Germania vogliono impedire che le persone che non hanno bisogno di protezione gravino sul sistema d'asilo. Entrambi gli Stati svolgono pertanto in modo prioritario e veloce le procedure d'asilo di cittadini con un tasso di riconoscimento basso e rimpatriano sistematicamente i richiedenti l'asilo respinti. A tal fine, la Svizzera ha introdotto già nel 2012 le cosiddette procedure fast‑track per le persone provenienti da Stati con un tasso di riconoscimento esiguo. Tale procedura è applicata coerentemente in particolare a richiedenti l'asilo provenienti dagli Stati del Maghreb ma anche a quelli provenienti da Stati in cui non vi è alcun pericolo di essere perseguiti.

Inoltre, le autorità di controllo al confine e quelle di polizia intensificano le ricerche prioritarie transfrontaliere congiunte per combattere l'attività dei passatori ed impedire passaggi del confine. Nel traffico ferroviario transfrontaliero s'intende ricorrere maggiormente all'intervento di pattuglie comuni. Da parte Svizzera sono responsabili le autorità cantonali, l'Ufficio federale di polizia (fedpol) e l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC).

Misure su scala europea

Nell'ambito degli incontri dei ministri della giustizia e degli interni degli Stati Schengen la Germania e la Svizzera si impegnano a favore di procedure di rimpatrio congiunte ed efficaci. S'intendono accelerare anche i trasferimenti in virtù dell'Accordo di Dublino e renderli nuovamente possibili in tutti gli Stati Dublino, affinché le procedure d'asilo possano essere concluse nello Stato competente. Nell'UE, ad esempio, dal 2011 i rinvii Dublino verso la Grecia non sono più tollerati.

Misure nei confronti di Stati terzi

La Svizzere e la Germania intendono migliorare anche la cooperazione con Stati terzi. Entrambi i Paesi hanno chiesto, insieme ad altri Stati Schengen, di limitare a livello europeo le agevolazioni del rilascio di visti di alcuni Stati dei Balcani occidentali. Ciò ha permesso di ottenere adeguamenti concreti.

All'inizio del 2023 la Svizzera e la Germania verificheranno l'attuazione del piano d'azione e, se necessario, proporranno ulteriori misure.


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Ultima modifica 06.02.2024

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